Normalmente, l’insoddisfazione ci comunica che qualcosa non va, che si stanno seguendo direzioni errate o che si è coinvolti in una relazione che non fa stare bene. È quindi un segnale che ci avverte che dobbiamo cambiare qualcosa, allo scopo di raggiungere uno stato di maggiore soddisfazione e benessere. Da questo punto di vista, l’insoddisfazione non è negativa, anzi, ci incoraggia ad apportare dei cambiamenti e migliorare aspetti di noi o delle situazioni che ci circondano.
Tuttavia, quando l’insoddisfazione diventa cronica, essa costituisce una minaccia per il benessere; ci impedisce di focalizzarci sul presente e viverlo appieno, perché non siamo soddisfatti di ciò che siamo, non accettiamo pienamente la nostra identità e le situazioni che, a vario titolo, viviamo quotidianamente.
L’insoddisfazione cronica comporta una scissione tra ciò che siamo o abbiamo e ciò che invece vorremmo essere o avere.
Le persone che soffrono di un senso di insoddisfazione cronica spesso non riescono a trovare l’origine della propria insoddisfazione, ma riferiscono uno stato più o meno costante nella loro vita che li porta a essere demotivati, annoiati e generalmente di cattivo umore.